L’affresco di Giustiniano a Salonicco

Affresco Bizantino Del Vii Secolo Parzialmente Conservato Con L'Ingresso Trionfale Di Giustiniano Ii
L’Affresco Di Giustiniano Ii Nella Chiesa Di San Demetrio A Salonicco, Un Raro Esempio Di Rappresentazione Storica Secolare Nell’Arte Bizantina Del Vii Secolo.

 

Titolo: L’ingresso trionfale di Giustiniano II

Artista: Sconosciuto

Tipo: Affresco, rappresentazione storica

Datazione: VII secolo d.C.

Dimensioni: Grande scala (parzialmente conservato)

Materiali: Affresco

Luogo: Chiesa di San Demetrio, parete sud, Salonicco

Sulla parete sud della famosa chiesa di San Demetrio a Salonicco si conserva un affresco di straordinaria importanza datato al VII secolo d.C. Si tratta di una rappresentazione storica che raffigura l’ingresso di un imperatore bizantino, probabilmente Giustiniano II, nella città di Salonicco dopo una campagna vittoriosa. L’affresco, sebbene conservato parzialmente e interrotto da un’apertura successiva, rappresenta un raro esempio di arte secolare del primo periodo bizantino con eccezionale valore artistico e storico. La rappresentazione combina elementi narrativi intensi con tecniche di scorci che creano una vivida rappresentazione di un importante evento storico (Theocharidou-Tsapralē).

 

1. Analisi iconografica dell’affresco

1.1 La disposizione e gli elementi principali della composizione

L’affresco in esame, esteso sulla parete sud della chiesa di San Demetrio, presenta una scena narrativa complessa con molteplici livelli di lettura. L’opera è divisa in due parti distinte a causa di un’apertura successiva, il che consente l’organizzazione della narrazione in due episodi complementari. La complessa articolazione dello spazio, con l’accostamento di elementi architettonici e figure umane, crea una composizione dinamica che guida lo sguardo dello spettatore verso un preciso percorso trionfale del corteo imperiale (Burke e Scott).

1.2 La raffigurazione dell’imperatore Giustiniano II

Figura centrale della rappresentazione è l’imperatore aureolato, identificato con Giustiniano II. È raffigurato a cavallo di un cavallo bianco, elemento che sottolinea la sua regalità. L’aureola che circonda la sua testa indica l’origine divina del suo potere e il suo ruolo particolare come rappresentante di Dio sulla terra. La postura del suo corpo, con la calma imponenza e la testa a tre quarti, segue le convenzioni bizantine di rappresentazione delle figure imperiali. Notevole è la tecnica cristiana primitiva di resa del volto con caratteristiche marcate ed espressività che tradisce l’influenza della tradizione ellenistica.

1.3 La rappresentazione di Salonicco in fiamme

Nella seconda parte dell’affresco si sviluppa la drammatica rappresentazione della città di Salonicco in pericolo. Si distingue lo spazio di un edificio ecclesiastico, che è intitolato “La Santa Chiesa nello stadio” e identificato con la chiesa di San Demetrio. Gli elementi architettonici sono resi con scorci prospettici che permettono la rappresentazione dell’interno della chiesa, mentre le fiamme sul tetto indicano l’attacco distruttivo. L’espressione angosciata delle donne che pregano nel matroneo e la presenza degli invasori con scudi e lance accentuano la drammaticità della scena.

1.4 Il confronto simbolico tra il male e l’intervento divino

Particolare interesse presenta il confronto tra le forze nemiche e la protezione divina. Mentre gli invasori minacciano i fedeli, un angelo del Signore scende per proteggere i fedeli, costituendo l’intervento divino che salva la città. Questa relazione dialettica tra minaccia e salvezza è un tema centrale della cultura bizantina e dell’arte (Skedros).

1.5 Le iscrizioni e il loro significato nell’interpretazione dell’opera

Le iscrizioni conservate nell’affresco offrono preziose informazioni per l’identificazione degli elementi raffigurati. La possibile iscrizione “Salonicco” sul lato sinistro e il chiaro riferimento alla “Santa Chiesa nello stadio” determinano la localizzazione topologica della scena. Le testimonianze epigrafiche, insieme alle caratteristiche stilistiche e tecniche, costituiscono elementi determinanti per la datazione dell’opera al VII secolo. (Cercate ulteriori informazioni con la parola: iscrizioni bizantine affreschi).

 

 Rappresentazione Storica Del Vii Secolo Con Il Corteo Imperiale Di Giustiniano Che Entra A Salonicco

L’imperatore aureolato Giustiniano II a cavallo di un cavallo bianco entra trionfalmente a Salonicco dopo la vittoria sui Slavi nella battaglia di Klisura.

 

2. Contesto storico e significato

2.1 La vittoria sugli Slavi e l’ingresso a Salonicco

L’ingresso trionfale di Giustiniano II a Salonicco raffigurato nell’affresco è collegato a specifici eventi storici della fine del VII secolo. Secondo le interpretazioni storiografiche prevalenti, la rappresentazione si riferisce all’ingresso dell’imperatore nella città dopo la vittoriosa battaglia contro gli Slavi a Klisura, datata intorno al 688-689 d.C. Questo successo militare ebbe un’importanza cruciale per l’affermazione della presenza bizantina in Macedonia in un periodo di intense trasformazioni demografiche e politiche nella penisola balcanica. L’efficace gestione dell’imboscata slava e la conseguente respinta degli invasori costituirono un evento cruciale per il rafforzamento dei confini settentrionali dell’impero e la sicurezza delle vie commerciali della regione.

2.2 La protezione di San Demetrio sulla città

La presenza della chiesa di San Demetrio nell’affresco, caratterizzata come “La Santa Chiesa nello stadio”, sottolinea il ruolo cruciale del santo patrono nella dimensione teologica e politica dell’operazione. Secondo la concezione bizantina, la vittoria sugli Slavi era attribuita all’intervento miracoloso e alla protezione di San Demetrio, considerato fervente difensore di Salonicco. La raffigurazione dell’angelo che scende a salvare i fedeli nel santuario della chiesa riflette la tradizione consolidata dell’intervento divino attraverso il santo protettore della città. La connessione tra il potere imperiale e la tradizione agiografica costituisce un elemento fondamentale della teologia politica bizantina, rafforzando la legittimazione della presenza imperiale attraverso la conferma divina.

2.3 I simbolismi dell’ingresso trionfale imperiale

La cerimonia dell’ingresso trionfale (adventus) dell’imperatore conserva ricchi simbolismi con radici nella tradizione romana, adattati al contesto cristiano dell’impero bizantino. L’ingresso ufficiale di Giustiniano II a Salonicco, a cavallo di un cavallo bianco e accompagnato da un seguito militare, riproduce tipologicamente la rappresentazione cristiana della Domenica delle Palme, rafforzando il legame tra la dignità imperiale e il regno divino. L’aureola che circonda la testa dell’imperatore accentua la dimensione sacra del suo potere, rendendolo rappresentante di Dio sulla terra e imitatore di Cristo.

2.4 L’importanza strategica di Salonicco nel VII secolo

Salonicco nel VII secolo costituiva un centro vitale della presenza bizantina nei Balcani, con un ruolo determinante nelle operazioni militari e commerciali dell’impero. Il periodo è caratterizzato da intensa instabilità nella regione a causa delle incursioni delle tribù slave, rendendo la conservazione di Salonicco come baluardo bizantino una priorità strategica. Il rafforzamento delle fortificazioni della città e la presenza militare rispondevano alla necessità di garantire i confini settentrionali dell’impero e proteggere le vie marittime del commercio verso l’Egeo. (Cercate ulteriori informazioni con la parola: Salonicco bizantina incursioni slave).

2.5 Le donazioni di Giustiniano II a Salonicco

La visita di Giustiniano II a Salonicco dopo la sua vittoria sugli Slavi rappresentò un’opportunità per la dimostrazione concreta del favore imperiale verso la città. Secondo fonti storiche, l’imperatore fece importanti donazioni, tra cui la concessione di saline alla città, elemento che evidenzia l’importanza del rafforzamento economico delle aree costiere dell’impero. Questo atto si inserisce nel contesto più ampio della politica imperiale di rafforzamento dei centri provinciali che svolgevano un ruolo cruciale nella difesa e nella vita economica dell’impero, evidenziando il riconoscimento di Salonicco come baluardo dell’impero bizantino nei Balcani.

 

La Chiesa &Quot;Nello Stadio&Quot; Nell'Affresco Di Giustiniano Con L'Angelo Che Scende A Salvare I Fedeli

Elementi stilistici dell’affresco di Giustiniano con scorci prospettici e caratteristiche ellenizzanti che datano l’opera al VII secolo.

 

3. Caratteristiche artistiche e stile

3.1 Tecniche e elementi stilistici della pittura bizantina del VII secolo

L’affresco di Giustiniano II a San Demetrio rappresenta un eccellente esempio della pittura del VII secolo, periodo cruciale per la formazione del linguaggio visivo medio-bizantino. È caratterizzato da una pennellata rapida, vivace e concisa nel disegno e nel colore, con una forte influenza della tradizione ellenistica. Le parti conservate dell’opera testimoniano l’applicazione di tecniche avanzate di scorci prospettici, che permettono una resa efficace della profondità e dell’articolazione spaziale. L’arte cristiana primitiva di questo periodo si distingue per la vivacità narrativa e l’immediatezza espressiva, elementi che differenziano le opere del VII secolo dalle composizioni più rigide e standardizzate dei periodi successivi.

3.2 L’importanza dell’affresco nella storia dell’arte bizantina

L’importanza particolare di questo affresco risiede nella sua rarità come rappresentazione storica secolare in un contesto ecclesiastico. La raffigurazione di un evento storico specifico con chiari riferimenti a persone e luoghi reali amplia la tematica dell’arte bizantina oltre il contenuto puramente religioso. La composizione iconografica rappresenta una preziosa testimonianza della connessione tra iconografia politica e religiosa a Bisanzio, nonché della concezione estetica dell’arte bizantina che integra elementi secolari e sacri in un unico racconto visivo.

3.3 Il motivo del lesbio e altri elementi decorativi

Particolare interesse presentano gli elementi decorativi che incorniciano la rappresentazione, con il motivo del lesbio che spicca nelle bande che circondano la composizione. Questo motivo, con chiare origini dalla decorazione architettonica classica, si ritrova anche in altre rappresentazioni del lato sud della chiesa datate allo stesso secolo, rafforzando le prove per la datazione dell’opera. La sopravvivenza di elementi decorativi classicisti nell’arte bizantina primitiva testimonia la continuità della tradizione greco-romana e la sua integrazione nell’espressione artistica dell’impero cristiano, creando l’approccio estetico caratteristico che costituisce la base dell’arte cristiana primitiva.

3.4 La resa delle figure umane e le qualità espressive

Di grande interesse è la resa delle figure umane nella composizione, con enfasi sull’imperatore e il suo seguito. L’espressione dei volti, la postura dei corpi e la resa del movimento riflettono lo sforzo sistematico dell’artista di trasmettere la dimensione emotiva dell’evento raffigurato. Le figure dei giovani che precedono con passo veloce, coordinato con il tranquillo galoppo del cavallo bianco dell’imperatore, così come le figure femminili che pregano angosciosamente nel matroneo della chiesa, sono rese con un’immediatezza espressiva che conferisce drammaticità alla scena. Il contrasto di questi diversi stati emotivi all’interno della stessa composizione visiva raggiunge una dinamica narrativa intensa che caratterizza la concezione estetica dell’arte bizantina (Koumpalaki-Panselēnou).

3.5 La funzione narrativa dell’affresco

La composizione dell’affresco di Giustiniano esprime fortemente le funzioni narrative dell’arte bizantina, strutturando gli elementi in un racconto visivo coerente. La rappresentazione di episodi successivi all’interno dello stesso spazio visivo, con la presentazione simultanea degli esterni della città, delle mura, degli elementi architettonici e dell’interno della chiesa, rivela le convenzioni dell’arte narrativa bizantina. La coesistenza di diversi livelli temporali e spaziali all’interno della stessa composizione, con la raffigurazione sia dell’ingresso trionfale dell’imperatore sia degli eventi drammatici che lo hanno preceduto, sottolinea il carattere didattico e commemorativo dell’arte bizantina. (Cercate ulteriori informazioni con la parola: pittura narrativa bizantina tecnica).

 

L'Affresco Di Giustiniano Ii Nella Chiesa Di San Demetrio Raffigura L'Ingresso Trionfale Dell'Imperatore A Salonicco Nel Vii Secolo.

L’affresco bizantino di Giustiniano combina elementi storici e religiosi, raffigurando sia il potere imperiale sia la protezione divina della città.

 

L’eco dell’ingresso trionfale di Giustiniano II a Salonicco, catturato nell’affresco che adorna l’ingresso della basilica di San Demetrio, risuona attraverso i secoli come un inno alla potenza bizantina del VII secolo. Questa rappresentazione, di per sé monumentale, si trasforma in un dialogo visivo tra il potere secolare e la sua legittimazione divina, un concetto che permeava l’intera cosmologia bizantina. In Italia, la profonda influenza dell’iconografia bizantina cretese è percepibile attraverso l’evoluzione dell’innaturalismo nella pittura postmoderna. Attraverso una tecnica pittorica di straordinaria fattura e una ricchezza iconografica che non conosce eguali, l’affresco si eleva al di sopra della sua funzione meramente decorativa, trasformandosi in un documento polisemico di teologia politica, memoria storica ed espressione estetica. Esso dischiude allo spettatore contemporaneo una finestra unica sulla concezione bizantina del potere, del trionfo e dell’intervento divino, svelando le intricate trame che connettono semiologia e politica nel contesto di Bisanzio.

L’Apoteosi del Potere: Giustiniano II a Salonicco

L’affresco dell’ingresso trionfale non è solo un’opera d’arte, ma un vero e proprio manifesto politico. La scelta di immortalare questo evento storico nello spazio sacro della chiesa di San Demetrio sottolinea la stretta relazione tra il potere imperiale e la conferma divina, un principio cardine della visione del mondo bizantina. La magnificenza della rappresentazione, con la figura dell’imperatore che si staglia in tutta la sua autorità, circondato da simboli di potere e legittimità, trasmette un messaggio inequivocabile: il potere imperiale è espressione della volontà divina.

La Memoria Visiva: Un Viaggio nel Tempo

Oltre al suo valore politico e teologico, l’affresco dell’ingresso trionfale funge da testimonianza storica di inestimabile valore. La sua realizzazione ha preservato un momento cruciale della storia bizantina, offrendo uno sguardo diretto sulle cerimonie e le tradizioni dell’epoca. Ogni dettaglio, dalla veste imperiale agli ornamenti, contribuisce a ricreare l’atmosfera del trionfo, permettendo all’osservatore di immergersi nella storia e di comprendere le complesse dinamiche del potere bizantino. La cura con cui è stato realizzato suggerisce l’importanza che rivestiva questo affresco, concepito non solo come un abbellimento della chiesa, ma come una cronaca visiva destinata a perpetuare la memoria del potere imperiale.

Domande Frequenti

Qual è la datazione esatta dell’affresco di Giustiniano a Salonicco?

L’affresco è datato al VII secolo d.C., specificamente intorno al 688-689 d.C., periodo in cui si colloca la vittoria di Giustiniano II sugli Slavi nella battaglia di Klisura. Gli elementi che supportano questa datazione includono le caratteristiche stilistiche della pittura, i motivi decorativi (in particolare il motivo del lesbio), le testimonianze epigrafiche e la correlazione con gli eventi storici del periodo.

Perché l’arte affrescata bizantina di Giustiniano è considerata così importante per la storia dell’arte?

La sua importanza risiede nella sua rarità come rappresentazione storica secolare in un contesto ecclesiastico. Costituisce una testimonianza unica per la resa iconografica di eventi storici specifici a Bisanzio, documentando la connessione tra simbolismi politici e religiosi. Inoltre, la sua tecnica, con caratteristiche ellenizzanti, scorci prospettici e vivacità narrativa, offre preziose informazioni sull’evoluzione della pittura bizantina.

Come si collega l’ingresso trionfale di Giustiniano a Salonicco con San Demetrio?

La rappresentazione pittorica dell’ingresso dell’imperatore è direttamente collegata al patrono di Salonicco, San Demetrio, poiché nella parte destra dell’affresco è raffigurata la chiesa (“La Santa Chiesa nello stadio”) con fiamme sul tetto e un angelo che scende a salvare i fedeli. La vittoria di Giustiniano era attribuita all’intervento miracoloso del Santo, rafforzando il simbolismo della conferma divina del potere imperiale.

Quali eventi storici sono raffigurati nell’affresco di Giustiniano e come si collegano a Salonicco?

L’affresco rappresenta gli eventi successivi alla battaglia di Klisura (688-689 d.C.), dove Giustiniano II evitò un’imboscata slava e sconfisse gli invasori. Successivamente, entrò trionfalmente a Salonicco, che costituiva un baluardo strategico di Bisanzio nei Balcani. La sua visita includeva importanti donazioni alla città, tra cui la concessione di saline, rafforzando economicamente e simbolicamente la presenza bizantina nella regione.

Cosa rivela la tecnica dell’affresco di Giustiniano sull’arte bizantina del VII secolo?

La tecnica evidenzia la fase di transizione della pittura bizantina, con elementi forti dalla tradizione greco-romana. È caratterizzata da una pennellata rapida e vivace, applicazione di scorci prospettici e vivacità narrativa. La resa delle figure umane con immediatezza espressiva e la coesistenza di diversi livelli temporali e spaziali all’interno della stessa composizione riflettono la concezione estetica in evoluzione che formerà il linguaggio visivo medio-bizantino.

 

Bibliografia

  1. Theocharidou-Tsapralē, Kalliopi, The Architecture of Hagia Sophia, Thessaloniki, 1988.
  2. Skedros, James Constantine, Saint Demetrios of Thessaloniki: Civic Patron and Divine Protector, 1999.
  3. Burke, John, and Roger Scott, Byzantine Macedonia: Identity, Image, and History, 2000.
  4. Koumpalaki-Panselēnou, Nausika, Pittura bizantina: la società bizantina e le sue immagini, 2000.
  5. Micheli, P.A., Considerazione estetica dell’arte bizantina, 1946 (I ed.), 1972 (II ed.).