Angelo della Seconda Venuta, Mistras

L'Angelo Della Seconda Venuta, Affresco Nella Metropoli Di Mystra, Fine Del Xiii Secolo - Inizio Del Xiv Secolo.

L’Angelo della Seconda Venuta, un raro affresco bizantino (1291/92-1315) che decora il nartece della Metropoli di Mystra.

Titolo: Angelo della Seconda Venuta

Artista: Sconosciuto

Tipo: Affresco

Data: 1291/92-1315

Materiali: Affresco

Luogo: Nartece della Metropoli, Mystra, Grecia

Nel cuore della città fortificata di Mystra, nel nartece della Metropoli di San Demetrio, si erge silenzioso testimone di un passato di gloria e profonda fede un angelo. Non è un angelo qualsiasi, ma una figura indissolubilmente legata all’escatologia della fede cristiana: l’Angelo della Seconda Venuta. Questo straordinario affresco, realizzato tra il 1291/92 e il 1315, fa parte di una composizione più ampia e maestosa della Seconda Venuta che copre la volta a cupola e le pareti del nartece. La scena, con il Giudice Giusto, la Preparazione del Trono, la resurrezione dei morti e le rappresentazioni dell’Inferno e del Paradiso, aveva lo scopo di preparare i fedeli per il giudizio finale. All’interno di questo imponente insieme, l’angelo specifico, raffigurato nel pilastro destro dell’ingresso, si distingue. Si erge in posizione di vigilanza, leggendo da un grande libro aperto posizionato su un elegante leggio. Questa figura, il lettore celeste, è relativamente rara nell’iconografia della Seconda Venuta, rendendo questo affresco nella Metropoli di Mystra (Orthodoxos Ekklēsia tēs Hellados et al.) oggetto di studio e ammirazione. La delicatezza della figura, la grazia e il ritmo conferito dalla piuma sollevata compongono un capolavoro dell’arte bizantina, invitandoci a scoprire i suoi significati più profondi.

Dettaglio: Il Volto E L'Aureola Dell'Angelo Della Seconda Venuta Nell'Affresco Bizantino.

Il volto dell’Angelo del Giudizio con l’aureola dorata. Osservate l’espressività e la delicatezza della tecnica bizantina nella Metropoli di Mystra.

L’Affresco dell’Angelo del Giudizio nella Metropoli di Mystra

Attraversando la soglia della Metropoli di San Demetrio a Mystra, il visitatore entra in uno spazio dove arte e fede coesistono da secoli. Qui, nel nartece, si dispiega una delle rappresentazioni più impressionanti della Seconda Venuta nell’arte bizantina, e il ruolo centrale in essa è svolto dall’Angelo che stiamo esaminando.

La Posizione dell’Affresco nel Nartece

La figura dell’Angelo della Seconda Venuta non si trova in un punto casuale. Decora il pilastro destro (cioè il pilastro che incornicia la porta) dell’ingresso occidentale del nartece. Proprio di fronte a lui, nel pilastro sinistro, è raffigurato un altro angelo, anch’esso con un libro aperto, sebbene meno ben conservato. La loro posizione ai lati dell’ingresso è simbolica, poiché fungono da guardiani celesti che accolgono (o avvertono) i fedeli riguardo al giudizio imminente mentre entrano nel tempio principale. La figura si erge sotto la raffigurazione della Preparazione del Trono, che domina il lato occidentale della volta del nartece.

La Composizione Più Ampia della Seconda Venuta

L’Angelo è parte integrante di una composizione molto più grande e poliedrica. L’intera volta a cupola e le pareti del nartece sono coperte da scene della Seconda Venuta (Ryan). Figura centrale è Cristo come Giudice Giusto, circondato da angeli e apostoli. Intorno a lui sono raffigurati la Resurrezione dei morti, con la terra e il mare che restituiscono i loro morti, i terribili tormenti dei dannati in contrasto con la serenità del Paradiso, e naturalmente, la Preparazione del Trono. L’intera rappresentazione funge da promemoria visivo e invito ai fedeli a vivere virtuosamente, riflettendo sul giudizio finale. (Cercate ulteriori informazioni con le parole: Iconografia della Seconda Venuta Bizantino).

Testimonianze Storiche: L’Iscrizione Fondatrice

L’origine storica per gli affreschi del nartece ci viene fornita da un prezioso iscrizione in marmo. Incisa sul lato esterno meridionale del nartece, a ovest, l’iscrizione menziona come fondatore l’allora metropolita di Lacedemonia, Niccolò Moschopoulos, e risale all’anno 1291/92. L’iscrizione si conclude con un augurio e un invito ai fedeli di passaggio, esortandoli a pregare di trovarsi alla destra del Giudice, insieme alle “pecore”, nel Giorno del Giudizio, collegando direttamente l’atto fondatore con il contenuto escatologico degli affreschi.

La Datazione dell’Opera e il Metropolita Niccolò

Niccolò Moschopoulos fu metropolita di Lacedemonia dal 1288 fino a circa il 1315. L’iscrizione fondatrice del 1291/92 stabilisce un chiaro terminus post quem (cioè, il limite temporale più precoce) per la creazione degli affreschi del nartece. Gli studiosi concordano che gli affreschi non devono distare temporalmente molto dall’incisione dell’iscrizione, probabilmente completati poco dopo o comunque durante il suo episcopato, cioè entro il 1315. Questo periodo coincide con l’inizio del grande fiorire di Mystra.

L’Iconografia Unica dell’Angelo Lettore

Ciò che rende gli angeli nei pilastri della Metropoli particolarmente interessanti è il loro specifico ruolo: leggono i libri della vita (Apoc. 20:12), dove sono registrate le azioni degli uomini, in vista del giudizio. Questa rappresentazione di due angeli-lettori ai lati dell’ingresso, come parte della Seconda Venuta, è considerata piuttosto rara. Una tematica simile si trova nella cappella del Monastero della Chora a Costantinopoli, ma lì i due angeli con i libri si trovano accanto al Giudice e indossano vesti regali. A Mystra, l’angelo funge da pre-angolo del giudizio di Cristo (Cramer), un segretario celeste che rivela le azioni, sottolineando la responsabilità individuale davanti a Dio.

Dettaglio: Il Pesce Nell'Affresco Di Mystra

Analisi Artistica e Simbolismo dell’Affresco

Oltre al suo significato storico e teologico, l’affresco dell’Angelo della Seconda Venuta nella Metropoli di Mystra rappresenta un eccezionale esempio dell’arte bizantina dell’epoca. La sua perfezione artistica, la tecnica e il simbolismo lo rendono un’opera che merita un’attenta analisi.

La Tecnica dell’Affresco e l’Arte Paleologa

L’opera è realizzata con la tecnica dell’affresco, dove i colori vengono applicati su intonaco ancora umido, permettendo al pigmento di penetrare in profondità e diventare un tutt’uno con il muro. Questa tecnica garantisce una grande resistenza nel tempo, come dimostra il buon stato di conservazione dell’angelo destro. Artisticamente, si inserisce nel più ampio movimento del Rinascimento Paleologo, un periodo di grande fioritura artistica nel Byzantium, nonostante il declino politico. Le affreschi bizantini di questo periodo, e in particolare a Mystra, sono caratterizzati da una nuova sensazione di volume, movimento ed espressione (Società Archeologica Cristiana).

Analisi Visiva: Colori, Disegno e Luce

Osservando attentamente l’immagine, quasi si percepisce la texture dell’intonaco sotto il colore. La palette cromatica, sebbene influenzata dal passare del tempo, mantiene una nobiltà. Dominano i toni terrosi, i marroni, le ocra e il blu scuro dello sfondo, creando un’atmosfera di serietà e mistero. Il colore dorato, utilizzato nell’aureola, nel leggio elaborato e nei dettagli del libro, conferisce luminosità e sottolinea la sacralità della scena. Il disegno è dinamico e al contempo elegante. Le pennellate, se potessimo vederle da vicino, rivelerebbero l’abilità dell’artista sconosciuto nella resa della pieghettatura dell’indumento e delle ali. Il modo in cui la luce cade (come la immaginiamo nello spazio originale del nartece, forse da una finestra o da candele) metterebbe drammaticamente in risalto il volume della figura e le superfici lucide dell’oro.

La Figura dell’Angelo: Posizione, Movimento ed Espressione

L’angelo è raffigurato in una posizione piena di vitalità e vigilanza. Non è una figura statica e inexpressiva. Il suo corpo è snodato, con una leggera inclinazione, come se si fosse appena fermato per leggere o come se si stesse preparando a continuare la sua missione celeste. La sua ala destra, grande e sollevata, si staglia dinamicamente sullo sfondo scuro, conferendo un ritmo intenso e una sensazione di movimento verso l’alto e a destra. Questo elemento, combinato con la grazia della figura e la cura nella resa delle caratteristiche del volto, crea una sensazione di grazia celeste. Il suo sguardo, sebbene un po’ usurato, appare serio e concentrato sul suo compito.

Il Simbolismo del Libro e del Leggio

L’elemento centrale della rappresentazione è il grande libro aperto che tiene l’angelo. Simboleggia il “Libro della Vita” o i libri in cui sono registrate le azioni degli uomini, secondo l’Apocalisse di Giovanni. La sua lettura da parte dell’angelo al momento del Giudizio implica la rivelazione di tutto davanti a Dio e il giudizio imparziale basato sulle opere di ciascuno. Lo stesso leggio, su cui poggia il libro, è insolitamente elaborato e prezioso, probabilmente per sottolineare l’importanza del contenuto del libro. È dorato, con un design elegante, conferendo ufficialità alla scena. (Cercate ulteriori informazioni sulla tecnica con la frase: Affresco bizantino medievale). L’evoluzione della fresca bizantina in Grecia presenta un particolare interesse (Skawran).

L’Esperienza Visiva e il Significato dell’Opera

Stando mentalmente davanti a questo affresco, quasi 700 anni dopo la sua creazione, non si può fare a meno di provare meraviglia. La figura dell’angelo, nonostante le usure, mantiene la sua forza e imponenza. Il dettaglio del leggio, le pieghe del drappo, il movimento dell’ala, tutto invita a essere osservato ripetutamente. Immagino i fedeli dell’epoca, passando da questo punto mentre entravano nella Metropoli, sentire lo sguardo dell’angelo su di loro, un costante promemoria della loro responsabilità e del giudizio finale. Anche oggi, come visitatore o studioso, il contatto con quest’opera è un’esperienza potente, un ponte con il passato e un invito alla riflessione.

Conclusione

L’affresco dell’Angelo della Seconda Venuta nel nartece della Metropoli di Mystra è molto più di una semplice rappresentazione religiosa. Rappresenta un raro tema iconografico, eseguito con la maestria artistica del periodo paleologo, incorporando un profondo simbolismo teologico e un significato storico. La figura del lettore celeste, che si erge in vigilanza con il libro della vita aperto, funge da un promemoria senza tempo del giudizio finale e della responsabilità individuale. Lo studio di essa ci trasporta nella fiorente città fortificata di Mystra, rivelando aspetti dell’arte, della fede e della vita delle persone che l’hanno creata e ammirata. Rimane un prezioso cimelio, che invita il moderno spettatore alla riflessione e all’ammirazione.

Scoprite Il Raro Affresco Dell'Angelo Della Seconda Venuta Nella Metropoli Di Mystra.

Dettaglio dell’affresco di Mystra: L’Angelo del Giudizio, concentrato nella lettura del Libro della Vita, un capolavoro dell’arte paleologa.

 

Domande Frequenti

Cosa rappresenta esattamente l’Angelo della Seconda Venuta di Mystra?

Questo affresco rappresenta uno degli angeli che, secondo l’Apocalisse, leggono i libri con le azioni degli uomini nel Giorno del Giudizio. Non è Cristo Giudice, ma un servitore celeste che partecipa al processo della Seconda Venuta, tenendo aperto il libro su un leggio elaborato, pronto a rivelare le azioni.

Perché questa rappresentazione dell’Angelo è considerata rara?

La rappresentazione di due angeli che leggono i libri della vita, posti simmetricamente ai lati dell’ingresso di una chiesa come parte della scena del Giudizio Finale, non è comune nell’iconografia bizantina. Anche se ci sono esempi di angeli con libri vicino al Giudice (come nel Monastero della Chora), questa specifica composizione a Mystra è considerata piuttosto particolare.

Chi era Niccolò Moschopoulos legato all’affresco?

Niccolò Moschopoulos fu il Metropolita di Lacedemonia (con sede a Mystra) dal 1288 fino a circa il 1315. Era un erudito e amante dei libri, ed è considerato il fondatore del nartece della Metropoli, come testimonia l’iscrizione del 1291/92. Il suo episcopato coincide con il periodo di creazione di questo importante affresco dell’angelo del Giudizio.

In quale periodo artistico appartiene l’Angelo del Giudizio?

L’affresco è datato alla fine del XIII secolo o all’inizio del XIV secolo (1291/92-1315) e si inserisce nel periodo artistico del Rinascimento Paleologo. Questo periodo è caratterizzato da un rinnovamento dell’arte bizantina, con enfasi sul movimento, sul volume, sull’espressività delle forme e su un’estetica più classicista, elementi che si riscontrano anche nella figura di questo Angelo.

Qual è il significato del libro che tiene l’Angelo del Giudizio Finale?

Il libro aperto è l’elemento simbolico centrale. Rappresenta i libri celesti in cui sono registrate tutte le azioni, i pensieri e le parole degli uomini durante la loro vita. La lettura di essi da parte dell’Angelo durante la Seconda Venuta simboleggia la rivelazione della verità e la base imparziale su cui avverrà il giudizio finale da parte di Cristo.

Bibliografia

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